Hai mai sentito parlare di eteroflessibilità? E tu, come senti di vivere il sesso e l’amore?
La risposta è tutt’altro che semplice. La verità, infatti, è che i condizionamenti che viviamo ogni giorno sono ancora fortissimi: dalla scuola alla famiglia, le aspettative sociali possono rendere complicato esprimere liberamente i propri sentimenti e desideri.
Spesso, i tabù che vivono dentro di noi, nascosti sotto strati invisibili, sono persino più forti delle provocazioni che osiamo manifestare all’esterno.
Non preoccuparti, è tutto normale. Questo è un motivo in più per riscoprire il significato profondo di una parola bellissima: flessibilità.
La vera flessibilità non è sempre eclatante, ma può spaventare perché è rivoluzionaria e libera. È una delle consapevolezze più significative del nostro tempo, insieme al concetto di fluidità. Ecco alcune cose importanti da sapere.
Che cos’è l'eteroflessibilità?
“Per lo più eterosessuale”, così si definisce un numero sempre più importante di adolescenti.
Secondo un sondaggio effettuato in Gran Bretagna dalla società YouGo su un campione di persone tra i 18 e i 24 anni una grande fascia di persone tende a collocarsi in una zona fluida.
Il 49% si è definito “non esclusivamente etero” mentre una piccola percentuale non sa definirsi.
Eteroflessibilità non significa essere gay, bensì, semplicemente vivere in modo diverso il proprio orientamente sessuale.
Eteroflessibile è un atteggiamento di curiosità e scoperta fondato sulla fluidità: a emergere è la voglia di sperimentazione, ma anche il bisogno di non diventare vittima di uno schema, una necessità sempre più forte.
Caratteristiche e come si manifesta
Ti è mai capitato di sentirti curios* verso un’altra persona al di là del suo sesso di appartenenza?
Non è detto che questa attrazione debba trasformarsi in una relazione: potrebbe semplicemente essere una forza che ci spinge a fare nuove amicizie e parla, soprattutto, al nostro cuore e alle nostre emozioni, ci allerta su ciò che accende i nostri desideri e quello che consideriamo importante.
In realtà, non si tratta di una condizione o di una tendenza totalmente nuova. Già nel 1948, il sessuologo Alfred Kinsey, nelle sue ricerche sul campo, aveva evidenziato che l’essere umano mostra un orientamento sessuale tendenzialmente fluido.
Questo accade con maggior frequenza e facilità durante l’adolescenza e in alcuni periodi della vita che possono essere diversi da persona a persona.
Semplicemente, la sessualità è anche connessa alla nostra curiosità verso l’esistenza e l’amore, la scoperta del nostro corpo, del piacere e del complesso gioco della seduzione.
Differenza tra bisessualità e eteroflessibilità
Le nuove generazioni si sentono più libere e non hanno timore di uscire dalla comfort zone del pregiudizio sociale, libere di non definirsi all’interno di un orientamento predefinito.
Forse, tra qualche anno non avremo più bisogno di doverci spiegare attraverso appartenenze e categorie.
Ecco la differenza fondamentale tra bisessualità e eteroflessibilità, che anche se concetti così diversi, vengono spesso confusi tra loro.
Solo noi sappiamo da chi ci sentiamo attratti profondamente, per questo il nostro approccio alla sessualità e alle relazioni può essere fluido e cambiare nel tempo.
Se bisessualità indica l’orientamento sessuale di chi si sente attratto da entrambi i generi, eteroflessibile indica più la curiosità di chi si percepisce come eterosessuale e, occasionalmente, può provare attrazione verso una persona che appartiene al suo stesso genere.
Soprattutto, ciò che ci racconta un termine come eteroflessibilità, fra i molti nati in questo ultimo periodo, è il bisogno di dire al mondo che non vogliamo schierarci in una scelta a senso unico.
Vorremmo poter restare liber* di decidere, di volta in volta, di non definirci: questa sarà la vera rivoluzione, silenziosa e deflagrante.
Accettare di non voler ridurre tutto a uno schema fa ancora paura, eppure la curiosità e la sperimentazione insieme alla consapevolezza ci accompagneranno verso la possibilità di vivere il corpo con più libertà e piacere.
Redazione
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