Purtroppo si parla ancora troppo poco spesso delle infezioni sessualmente trasmissibili, soprattutto tra i più giovani, che corrono il rischio di imbattersi in queste malattie attraverso comportamenti sessuali non protetti e inconsapevoli.

In questo articolo affrontiamo il tema della Chlamydia trachomatis o più semplicemente Clamidia, un piccolo batterio gram-negativo, responsabile di una delle infezioni sessualmente trasmesse più comuni in Europa.

A causa dei suoi sintomi subdoli o, addirittura, assenti, rappresenta una sfida non da poco per chiunque sia sessualmente attivo.

Parliamo chiaro, però: dalla comparsa dei primi segnali, all'identificazione delle cause, fino alle strategie di prevenzione e trattamento, c'è molto da imparare sulla clamidia.

E non è solo una questione di cura personale: comprendere i rischi associati a questa infezione e come evitarla può fare la differenza nel proteggere la propria salute e quella degli altri.

In quest'articolo, ci immergiamo nelle informazioni essenziali su sintomi, cause, rimedi e prevenzione della clamidia, con l'obiettivo di darti tutti gli strumenti necessari per tutelarti da questa infezione in modo informato ed efficace.

I sintomi della clamidia (per lui e per lei)

Si parlava poc'anzi di sintomi subdoli e, spesso, assenti. Inoltre, la sintomatologia può variare da persona a persona e, in molti casi, l’infezione può essere asintomatica.

Tuttavia, quando i sintomi decidono di palesarsi, possono creare non pochi disagi e fastidi.

Vediamo insieme i più comuni e come differiscono in base al sesso.

Sintomatologia per lei

  • Dolore durante la minzione (disuria);
  • Dolori al basso ventre o senso di peso;
  • Perdite vaginali;
  • Dolore durante i rapporti sessuali;
  • Possibili complicazioni come malattia infiammatoria pelvica (PID).

Sintomatologia per lui

  • Macchie arrossate sui genitali;
  • Secrezioni uretrali, che possono essere sierose o lattiginose;
  • Dolore ai testicoli;
  • Arrossamento e gonfiore all'orifizio del pene;
  • Possibili complicazioni come l’infiammazione dell'epididimo

I sintomi, generalmente, compaiono da 1 a 3 settimane dopo il rapporto sessuale non protetto con un partner infetto.

È importante notare che, anche in assenza di sintomi, la clamidia può causare danni a lungo termine, specialmente alle donne, come il rischio di infertilità.

Pertanto, è consigliato effettuare test di screening regolari per chi è sessualmente attivo, specialmente se non si ha un partner fisso.

Come si trasmette la clamidia?

La clamidia, come scritto all’inizio di questo articolo, è una malattia infettiva causata dal batterio Chlamydia trachomatis e si trasmette, principalmente, attraverso rapporti sessuali non protetti, inclusi rapporti vaginali, anali e orali.

Di seguito, trovi le 3 principali vie di trasmissione.

Contatto Sessuale

La via più comune di trasmissione della clamidia è il contatto sessuale diretto con una persona infetta.

Questo include il contatto tra i genitali dei partner, ma la clamidia può essere trasmessa anche senza penetrazione, orgasmo o eiaculazione.

Contagio Materno-Fetale

Una donna incinta affetta da clamidia può trasmettere l'infezione al neonato durante il parto.

Questo può portare a gravi conseguenze per il bambino, come polmonite e congiuntivite.

Contatto con Fluidi Infetti

Sebbene meno comune, la clamidia può essere trasmessa anche attraverso il contatto con sperma o fluido vaginale infetto con gli occhi, causando infezioni oculari.

È importante notare che la clamidia non si trasmette attraverso contatti casuali come baciare, abbracciare, condividere bagni, asciugamani, piscine, tavolette del water o posate.

La diffusione della clamidia è facilitata dal fatto che spesso non causa sintomi evidenti, rendendo difficile per le persone infette rendersi conto della loro condizione e, di conseguenza, continuano a trasmettere l'infezione ad altri partner.

Questo sottolinea l'importanza dell'uso del preservativo e dello screening regolare, specialmente per chi ha rapporti sessuali non protetti, occasionali e frequenti con più partner, perché solo in questo modo è possibile proteggere e tutelare noi stessi e gli altri.

Come si può prevenire la trasmissione della clamidia?

La prevenzione della trasmissione della clamidia si basa su diverse strategie chiave. Tutte (o quasi) hanno in comune la sfera sessuale.

Trattandosi, infatti, di un’infezione trasmessa attraverso rapporti sessuali non protetti, l’uso del preservativo a ogni rapporto può ridurre le probabilità di contrarre la malattia.

Ma vediamo 6 strategie che puoi (e devi) mettere in atto per ridurre al minimo l’ansia da clamidia.

#1 Uso del preservativo

Come già specificato all’inizio di questo paragrafo, l'uso corretto e costante del preservativo durante TUTTI i tipi di rapporti sessuali (vaginali, anali e orali) è il metodo più efficace per ridurre il rischio di trasmissione della clamidia e di altre infezioni a trasmissione sessuale (IST).

#2 Screening regolare

Ti consigliamo, inoltre, di effettuare test di screening per la clamidia con una certa regolarità, specialmente se sessualmente attivə e se hai più partner sessuali.

Questo modus operandi aiuta a identificare e trattare precocemente l'infezione, riducendo il rischio di trasmissione e di complicazioni a lungo termine.

Gli screening sono molto semplici: si può testare sulle urine del primo mattino (quindi senza necessità di fare una visita dal medico) o effettuando un tampone vaginalre per le ragazze ed un tampone uretrale per i ragazzi (in questo caso è necessario rivolgersi al medico)

#3 Limitare i partner sessuali

Ridurre il numero di partner sessuali o mantenere una relazione monogama con un partner non infetto diminuisce il rischio di contrarre la clamidia. Ma questo ovviamente è solo un suggerimento, se desideri avere rapporti sessuali con partner diversi sei liber* di farlo, ma è un tuo dovere avere un comportamento sessuale responsabile!

#4 Comunicazione e test dei partner

In caso di diagnosi positiva, è importante informare tutti i partner sessuali recenti affinché possano sottoporsi al test e, se necessario, ricevere il trattamento. Questo aiuta a prevenire la diffusione dell'infezione e la possibilità di reinfezioni.

#5 Evitare rapporti sessuali durante il trattamento

Dopo avere ricevuto una diagnosi di clamidia e avere iniziato il trattamento, è raccomandato evitare rapporti sessuali fino al completamento della terapia antibiotica e fino a quando non si è confermata l'eradicazione dell'infezione - generalmente dopo 7 giorni dalla fine del trattamento.

#6 Igiene personale

Anche se la clamidia si trasmette, principalmente, attraverso rapporti sessuali, mantenere buone pratiche igieniche, come evitare lo scambio di sex toy o assicurarsi che siano puliti prima dell'uso, può contribuire a ridurre il rischio di trasmissione.

Implementando queste misure preventive, puoi ridurre in maniera significativa il rischio di trasmissione della clamidia e proteggere la tua salute sessuale e riproduttiva.

Come si fa la diagnosi della clamidia?

La diagnosi della clamidia si effettua attraverso test di laboratorio che possono identificare il batterio Chlamydia trachomatis, responsabile dell'infezione. I metodi diagnostici solitamente includono:

  • Tamponi: per le donne, si può fare un tampone vaginale e cervicale, mentre per entrambi i sessi si possono utilizzare tamponi faringei, uretrali o rettali.
  • Test delle urine: un test colturale delle urine può essere utilizzato sia per gli uomini che per le donne per individuare la presenza del batterio.
  • Test di amplificazione degli acidi nucleici (NAAT): questi test sono molto sensibili e possono rilevare il materiale genetico del batterio e sono considerati lo standard di riferimento per la diagnosi della clamidia.

Oltre le metodologie per diagnosticare la clamidia è altresì importante sottolineare come la mancata diagnosi può determinare gravi effetti a lungo termine per la funzione riproduttiva femminile.

La Chlamydia trachomatis comporta, solitamente, un’infezione del collo dell’utero (detta anche cervicite) e, più raramente, un’infezione delle prime vie urinarie (uretrite).

Se non scoperta e curata in tempo, le conseguenze più serie possono essere a carico dell’ utero o delle  tube di Falloppio.

L’infezione più generalizzata, estesa anche agli altri organi sessuali interni femminili, è molto più rara ed è chiamata Malattia Infiammatoria Pelvica (PID, Pelvic inflammatory Disease) e comporta, ad esempio, un’alterata funzione delle tube, cui possono far seguito, a lungo termine, infertilità e gravidanze extrauterine.

Come trattare la clamidia

Come trattare la clamidia

Diagnosticare la clamidia è abbastanza semplice e rapido. Abbiamo un’altra “buona notizia” per te: anche la terapia è veloceBasta un antibiotico prescritto dal Medico

Per evitare reinfezioni è opportuno valutare e trattare anche il partner ed astenersi dai rapporti sessuali non protetti per almeno 7 giorni dall’inizio della terapia antibiotica.

Prima di ricorrere ad accertamenti diagnostici ed eventuali trattamenti ti consigliamo SEMPRE di consultare prima il tuo Medico. 

L’importanza della prevenzione contro l’infezione della clamidia

Ricorda, la prevenzione è sempre una mossa vincente: i rapporti protetti con un contraccettivo di barriera (preservativo) tutelano non solo dalla possibilità di infettarsi da Chlamydia trachomatis, ma anche da molti altri batteri e virus che possono trovarsi nell’area genitale.

La prevenzione è un semplice gestoche può evitare molte complicazioni e, soprattutto, ti consente di vivere serenamente la tua vita sessuale e tutelare la salute tua e degli altri. 

Articolo scritto dalla Dott.ssa Manuela Farris

articolo a cura di

Manuela Farris

Ginecologa

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Specialista in ostetricia e ginecologia e fellow in ginecologia dell'infanzia e dell'adolescenza. Dottore di ricerca in psiconeuroendocrinologia della riproduzione e sessualità umana.