Hai presente quella voglia di restare a casa e staccare da tutto e da tutti per un po'?

Magari chiuderti in camera, serie tv, qualche snack e stop.

Ora, immagina che questa "pausa" si prolunghi... Giorni, mesi, anni.

Nessuna uscita, nessun contatto col mondo esterno.

Solo tu, la tua stanza e il silenzio.

Ecco, questo è l’incubo di chi soffre di hikikomori.

Siamo nel 2024, e il fenomeno, che prima sembrava un problema lontano, tipico del Giappone, è ormai una realtà ovunque, anche qui da noi.

Sempre più ragazzi, spesso giovanissimi, finiscono intrappolati in una sorta di isolamento autoimposto, dove la casa diventa una prigione.

Ma come si arriva a questo punto?

Che cos'è l'hikikomori?

In poche parole, l’hikikomori è l’isolamento sociale estremo.

Non si parla di una giornata "off", ma di persone che smettono, letteralmente, di uscire di casa, a volte anche per anni.

Il mondo esterno fa paura, le interazioni sociali diventano insostenibili e così, poco a poco, ci si chiude nella propria stanza, circondati solo da videogiochi, serie TV, e una routine che diventa sempre più ripetitiva.

C'è chi arriva a non vedere nessuno, nemmeno la famiglia.

Un aspetto importante da capire è che l’hikikomori non nasce per caso, da un giorno all’altro.

Di solito, è il risultato di pressioni sociali e personali insostenibili, alimentate da fenomeni come cyberbullismo e body shaming.

Sui social, basta una foto per diventare bersaglio di critiche spietate.

Insulti anonimi, commenti sul corpo, derisioni per non essere abbastanza "perfetti" secondo gli standard degli altri... A lungo andare, tutto questo può distruggere l'autostima e rendere il mondo esterno un posto troppo ostile da affrontare.

Perché ci si chiude in casa?

La risposta è più complessa di quanto si pensi.

Non si tratta solo di timidezza o di voler stare "da soli".

Chi soffre di hikikomori, spesso, si sente schiacciato dalle aspettative.

A scuola, nella vita sociale, persino in famiglia, si ha sempre l'impressione di dover essere i migliori.

Ma non tutti reggono il confronto, e la paura di fallire può portare a scegliere una via di fuga estrema: l'isolamento totale.

Nel suo servizio del 2016 per Le Iene, Nadia Toffa aveva documentato la vita di ragazzi giapponesi hikikomori, uno dei quali non aveva lasciato la sua stanza per ben 17 anni.

Diciassette anni in cui ha vissuto solo con videogiochi e televisione come uniche compagnie.

E sì, è agghiacciante pensare che qualcuno possa passare così tanto tempo senza vedere il sole o sentire il bisogno di interagire con un altro essere umano.

A questo, si aggiunge l’impatto del mondo digitale.

Il recente servizio di Presa Diretta, andato in onda il 13 ottobre del 2024, ha approfondito come la iperconnessione contribuisca al peggioramento di questa condizione.

Se da un lato Internet dovrebbe facilitare le interazioni, dall’altro diventa un rifugio che isola ancora di più chi già fatica a confrontarsi con il mondo esterno.

Lì, dietro lo schermo, ci si sente protetti, ma la realtà diventa sempre più lontana e spaventosa​.

Sintomi di un hikikomori in arrivo

Ok, ma come si possono riconoscere i primi segnali di questo disturbo?

La transizione è graduale: prima smetti di uscire con gli amici, poi le uscite occasionali diventano sempre più rare.

Non vuoi più andare a scuola o al lavoro, inizi a evitare ogni tipo di socialità e, piano piano, ti ritrovi a vivere solo nella tua stanza.

Se ti riconosci in questo o conosci qualcuno che si comporta così, fermati un attimo.

Questi sono segnali che non vanno sottovalutati.

Non è solo una questione di rifiuto del mondo esterno, ma anche di una sorta di dipendenza dalle attività virtuali.

Molti hikikomori passano ore e ore davanti a uno schermo, immersi in mondi virtuali, dai videogiochi ai social, perché lì tutto sembra più sicuro.

Nessuno ti può toccare, nessuno ti può giudicare, e così, almeno per un po', il dolore si attenua.

Le conseguenze di non uscire mai di casa

A lungo andare, il non uscire di casa ha conseguenze devastanti. Non si tratta solo di perdere amici o opportunità lavorative.

L’isolamento sociale colpisce, duramente, sia il corpo che la mente.

Molti hikikomori sviluppano disturbi del sonno, depressione e persino problemi fisici dovuti alla sedentarietà.

Non uscire mai di casa può provocare anche gravi carenze di vitamina D e, nei casi peggiori, malattie croniche legate alla mancanza di movimento.

Più resta chiusa in casa, più una persona perde la capacità di interagire con gli altri.

Anche gesti semplici, come ordinare un caffè o salutare un vicino, diventano insormontabili.

E questo rende sempre più difficile rompere il ciclo dell'isolamento.

Cyberbullismo e body shaming: i nemici invisibili

Cause isolamento sociale

Uno dei fattori che alimentano questo fenomeno è la crescita del cyberbullismo.

L’anonimato di Internet permette alle persone di ferire gli altri senza dover affrontare le conseguenze. Le offese arrivano direttamente a casa tua, e non hai modo di difenderti.

Quando vieni costantemente giudicato o bullizzato online, diventa facile credere che l’unico modo per stare al sicuro sia sparire.

Lo stesso discorso vale per il body shaming. Siamo bombardati da immagini di corpi perfetti su Instagram, TikTok, e ogni altro social.

Ma non tutti rientrano in quegli standard, e chi non ci riesce spesso si sente sbagliato.

Quando il tuo corpo diventa un bersaglio di critiche, potresti volerlo nascondere... E questo, purtroppo, porta solo a un'ulteriore chiusura verso il mondo.

Come uscire dall'isolamento sociale?

Arrivati a questo punto, è chiaro che uscire dall’hikikomori non è una passeggiata. 

Non si tratta solo di "uscire di casa". 

Il primo passo è riconoscere il problema e chiedere aiuto. E no, non c’è nulla di male a farlo. Non è un segno di debolezza, anzi, è la cosa più coraggiosa che si possa fare.

#1 Cerca supporto professionale

Psicologi, Terapeuti e centri di riabilitazione possono aiutare chi soffre di hikikomori a superare le loro paure e a riprendere, gradualmente, contatto con la realtà

Esistono anche test specifici per identificare la sindrome (HQ-25M) e valutarne il livello di gravità.

#2 Coinvolgi la famiglia

Anche se a volte sembra che i genitori o i familiari non capiscano, il loro supporto è cruciale

La comunicazione, per quanto difficile, può fare la differenza, e l’affetto può aiutarti a comprendere l’importanza dell’interazione sociale. 

#3 Procedi a piccoli passi

Nessuno ti chiede di uscire e affrontare il mondo in un giorno. 

Inizia con piccoli obiettivi: una passeggiata, un caffè fuori. L’importante è non arrendersi.

#4 Trova nuovi interessi

Riaccendere la passione per qualcosa che non sia solo virtuale è fondamentale. 

Che sia un hobbyuno sport o un’attività creativa, l'importante è che tu ritrovi il piacere di fare qualcosa per te stess*.

Ritrova la tua voce

Il mondo può essere un posto difficile da affrontare, lo sappiamo. Le aspettative, le critiche e la pressione sociale sono, spesso, schiaccianti.

Ma rinchiudersi non è la soluzione.

Anche chi sembra ormai intrappolato nell’isolamento può trovare la strada per tornare a vivere.

Allo stesso modo, prendersi cura del proprio benessere significa anche essere consapevoli delle scelte che facciamo per proteggere la nostra salute fisica e mentale.

Non esistono ricette magiche, ma esiste una via d’uscita. Se ti senti sopraffatto, parlane. Fatti sentire!

C'è sempre qualcuno disposto ad ascoltarti e a darti una mano.

articolo a cura di

Redazione

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